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Premio Racconta Koinè: La memoria siamo noi

“La chitarra nascosta” non è una delle mie, ma il titolo del breve ma toccante racconto che ha valso a Giulia Maura, nostra studentessa della IIA, di aggiudicarsi il I Premio -ex aequo con un giovanissimo alunno dell’ IC Buozzi- al Concorso Racconta Koinè indetto dall’Atelier Koinè. Questo è il progetto quadriennale interregionale che inquadra molteplici Hub, o attività, intra ed extra curriculari, ideato e coordinato dalla nostra affezionata cooperativa storica La lanterna di Diogene, capeggiata dalla infaticabile e vulcanica Dott.ssa Caterina Simei.

La premiazione, seppure “a distanza”, dalle 17 alle 19 del 4 Giugno 2020, condotta da Vincenzina Foceri, ha toccato cuori e menti della cinquantina dei presenti, fra educatori, docenti, genitori, DS, la coordinatrice Barbara Chiappa, il responsabile Fabrizio Ragonetti, la stessa Dott.ssa Simei, l’assessore Matteo Garofoli, ospiti come il Direttore del Tiburno Fabio Orfei e lo storyteller Simone Saccucci, mamme orgogliose e docenti entusiasti.  La portavoce della giuria, Dott.ssa Silvia di Tosti ha premiato virtualmente (ma ci sono voucher in regalo come concreti trofei) i nostri “scrittori in erba” che hanno concentrato in appena 2000 caratteri, sapienti e toccanti racconti sul tema della Memoria. I criteri di scelta individuati dalla giuria sono stati tre: buona scrittura, contenuto del messaggio e portata emotiva. Difficile veramente concentrare in poco spazio tante qualità e in modo del tutto originale e personale. Un vero esempio da seguire nella odierna pletora di discorsi-fiume e inquinamento verbale social-mediatico. Complimenti quindi al podio di Giulia Maura e a Sophie Agata Russo, sempre IIA, che ha conquistato il terzo premio con “La memoria in una foto” ma anche a tutti coloro che hanno voluto cimentarsi in questa ardua sfida letteraria. Le due studentesse hanno voluto ringraziare la loro Prof.ssa di Lettere, Antonella di Addario, per lo stimolo ricevuto.

Potete leggere dal link sottostante il bel e-book raccolto dalla Lanterna di Diogene con tutti i racconti di Racconta Koinè: le nostre Vincitrici sono alla sezione 8 e 13 di IC Campanari, rispettivamente La chitarra nascosta di Giulia Maura è a pagina 61 e La Memoria in una foto di Sophie Russo è a pagina 69. Buona lettura, ne vale veramente la pena!

https://www.yumpu.com/it/document/read/63437433/racconta-koine-2020

Scrivere è un atto creativo e come tale va nutrito: non credo si possa scrivere bene senza un buon bagaglio di letture. Dunque ci rallegriamo che tanti studenti siano appassionati alla parola, alla lettura, alla letteratura, alla poesia, al racconto, al saper e al sapersi raccontare.

Dovremmo dare più voce a loro: invece spesso noi adulti, chi più chi meno, sentiamo a scuola, e anche nel quotidiano, il “dovere” di “aprire” per primi il discorso, di incanalarlo, di dare piste battute quasi per timore di uscire fuori tema. Lasciamoli esprimere questi giovani! Hanno da dire molto più di quanto immaginiamo, spesso senza preamboli, in modo diretto e chiaro, ora più che mai visto che i social imperversano e a loro sono affidati tanti “messaggi nella bottiglia” che spesso resistono appena la battuta di ciglio di un “like”. Al massimo con qualche commento. Benvenga quindi scrivere “sul serio” come un esercizio che richiede impegno costante, anziché farsi portare solo dall’onda del “qui ed ora” di uno sfogo sul cellulare. E il libro resta, il social passa.

Questo entusiasmo partecipativo al Concorso Racconta Koinè è uno dei tanti segnali di come la gioventù abbia reagito e stia reagendo positivamente alla pandemia, a questo tempo che molti definiscono “sospeso”, “artificiale”, “anormale”. Io credo che questo periodo contenga una sua grande verità: una sorta di “implosione” del mondo a livello fisiologico, sociale, economico. Dopo tre mesi speriamo di tornare alla “normalità”: ciò è giusto e legittimo, e ce lo auguriamo tutti, ma resta una lezione da comprendere a fondo altrimenti tanta sofferenza sarà stata completamente inutile.

La scuola ha reagito come ha potuto: esattamente 3 mesi fa ha dovuto chiudere, ma solo materialmente. Dirigenti e Docenti si sono resi conto fin da subito che la didattica a distanza, unica soluzione percorribile per restare “aperta”, era stata realizzata solo in embrione e tutti si sono rimboccati le maniche, con il prezioso aiuto dei genitori e la disponibilità di alunni e studenti. Ci siamo confrontati su più fronti, ma ancora una volta non abbiamo ascoltato, o almeno non quanto meritavano, i nostri alunni. Il tradizionale confronto docenti-genitori si è spostato su un piano virtuale, la atavica burocrazia italica su quello telematico, aggravando non poco segreterie, direttori dei servizi e dirigenti. E i giovani al centro di queste grandi manovre, sempre più centrate ed efficenti: attrezzarsi per realizzare i compiti da remoto e organizzare classi virtuali, districandosi fra connessioni labili e pc vetusti, è stato un quotidiano viatico fatto di sconfitte e conquiste. I ragazzi sono stati veramente eroici, almeno quanto docenti e genitori, ma con quell’ottimismo che ogni giorno ci ha rinfrancato, spingendoci ancora una volta a dare il meglio per loro. E tutti rinunciando alla vera socialità, senza lamentazioni, hanno risposto.

Ancora una volta il motore immobile della scuola, al centro di tutto, siete stati Voi, bambini, alunni e studenti, dai 3 ai 15 anni.  

Oramai quasi in dirittura d’arrivo direi che possiamo ritenerci soddisfatti: tutti sono stai messi in grado di ricevere la DaD ai livelli necessari, i programmi curriculari sono stati portati avanti. La piattaforma GSuite resta da ora in poi la nostra spina dorsale telematica e abbiamo fatto di necessità virtù, circoscrivendo in un recinto protetto flussi di dati e posta elettronica fra tutte le componenti scolastiche. E molto altro.

A breve affronteremo l’esame conclusivo del I Ciclo in questa nuova formula, Elaborato più Presentazione: ho affermato nei consigli di classe e lo ripeto qui che si tratta di un esame “differente”, ma non “anormale” né “innaturale”. Un esame semplicemente “nuovo” che potrebbe riservare lati positivi e sorprese di qualità: tutto sta come lo hanno preparato gli alunni e come lo recepiranno i docenti. Sono fiducioso che assisteremo a momenti significativi e gratificanti se sapremo tutti dare il valore che merita questa nuova formula d’esame, certamente più sintetica e concentrata, ma non per questo di minor significato.

E’ prematuro accennare ora a cosa ci aspetti a Settembre, seppur arrivi dopodomani, per la ripresa della Scuola, oltre quel che sentiamo tutti dai media: forse l’attesa dei decreti attuativi fa sperare che le misure siano meno restrittive di quanto preventivato da voci a volte troppo pessimiste.

A proposito di Memoria molto è successo anni fa di questi tempi, e scivolato dopo un flash nei gorghi dei social, ma due date vanno assolutamente ricordate a noi e ai giovani: la prima è il 9 Maggio 1978. Quel giorno vide il macabro ritrovamento del corpo di Aldo Moro, Presidente della DC, rapito e assassinato dalle Brigate Rosse e l’assassinio di Giuseppe Impastato, giornalista e attivista che ebbe il coraggio di denunciare Cosa Nostra. Due poli dell’Italia che non voleva piegarsi alla violenza sotterranea delle mafie e dei sovversivi, due eroi, che per età potevano essere docente e studente, grazie ai quali gli Italiani hanno compreso che lo Stato siamo noi, i Cittadini della Repubblica, festeggiata appena pochi giorni fa. La Res Publica siamo noi, ognuno di noi.

Cicerone concepiva la res-publica e populus come intrinsecamente legati: la prima è un bene del popolo, che ne esercita la titolarità come un pater familias le esercita sulla sua domus. Pensate : sentire la Repubblica come il patrimonio di ognuno, come la immensa casa di tutti, da costruire e rispettare ! Non è meraviglioso?

La seconda data da ricordare è il 23 Maggio 1992: quel giorno si consumò l’attentato mafioso conosciuto come “Strage di Capaci” che costò la vita al giudice Giovanni Falcone, sua moglie e all’intera scorta, annientata come quella di Moro ma con un ordigno micidiale. Per questo abbiamo ricordato la strenua lotta dello Stato contro la Mafia due settimane fa appendendo lenzuoli bianchi alle finestre.

Mi piace ricordare una terza data, recentissima ma singolarmente incastonata fra queste due, una data che resterà impressa nella memoria di tutti i musicisti e non solo: il 15 Maggio 2020. Ezio Bosso ci ha lasciato, stroncato dalla malattia neurodegenerativa che lo attanagliava da lungo tempo. Aveva 48 anni. Un Maestro di grande talento e immensa creatività, pianista e interprete. La sua produzione vastissima come compositore sarà ora riscoperta, ma la sua opera come divulgatore della Musica ha davvero qualcosa di speciale: trasuda nei suoi video una voglia di vivere inaudita, fra paralleli di raffinata cultura e perle di saggezza senza retorica, brevi, iconiche, come di colui che sa che ogni giorno è prezioso. Impossibile dimenticare il suo sorriso disarmante, che in una battuta sapeva unire storia, musica, poesia, rispetto, amore, fantasia.

Dovremmo prendere esempio da un Maestro di Vita, ancor prima che di Musica, come Ezio Bosso, noi che ci siamo lamentati di non avere sufficiente connessione, di non poter prendere il caffè al bar o di non poter andare dal parrucchiere. O di far la fila per la spesa. Capita. C’è chi non può fare la spesa. Quello sì è molto peggio. La Vita in quanto tale “E’ normale”, fino a che ci siamo. Il resto è noia, di dice, e i lamenti inutili fanno solo dissipare energia preziosa e lucidità mentale. Occorre badare alle cose che contano, minimizzare i dettagli. Questa è la via, ora.

Dobbiamo essere quindi riconoscenti ai nostri giovani figli, che prendono tutto con slancio e leggerezza, loro che sono stati davvero privati di una bella fetta di gioventù. Ma non è così: quel che è stato apparentemente sottratto lo hanno guadagnato in crescita maturità, ed hanno fatto esperienza, abbiamo fatto tutti esperienza, questo è ciò che conta veramente. E ci siamo accorti che più la esperienza era dura e più avevamo bisogno di condividerla e più la abbiamo condivisa e più l’abbiamo compresa e superata.

E la stiamo superando, insieme.

Tornando alla scintilla di questo scritto un po’ riassuntivo, Vi invito a leggere con il cuore le due brevi storie delle nostre vincitrici, testimonianza viva di come i ragazzi sappiano distinguere ciò che conta, ciò che davvero va ricordato, ciò che fa la Storia e le storie di ognuno, distinguendo bene quel che ha valore da ciò che passa, sapendo capire quel che resterà da quel che passerà. Questo si chiama “maturità”.

Un racconto si riferisce al Nazismo, incubo di ieri mai debellato nel profondo degli umani, l’altro alla guerra fra poveri dei nostri giorni. Pennellate rapide, concise, come gli aforismi di Ezio Bosso. Una genuina armonia ed un ritmo essenziale pulsano nelle parole semplici di questi racconti che quasi si fanno specchio, disposti ad arte come in due perfette miniature. Opere giovanili certo, ma fresche e profonde ad un tempo.

Quanto significato in frasi tanto concise, quanta delicatezza e poesia nel trattare temi “dei grandi”, quanta umanità nel nudo ricordo di dolori soffocati e nel sottinteso monito a costruire la pace, a smettere di odiare.

Perché i giovani sanno dare senso se noi sappiamo dare senso a loro.

Grazie ragazze e ragazzi: vi siamo riconoscenti, fra i tanti miracoli di questo tempo “diverso” ci avete regalato una nuova lezione di saggezza.

Rimanete così: sensibili, curiosi, intelligenti, ottimisti.                                                                                     

        

  Il Dirigente Scolastico

    Luca Rinaldo Villani

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